La nascita della Chiesa del Carmine ed il polittico seicentesco

(di Bruno Di Venuta - Agosto 2021)

In questa pagina è riportato il documento, allegato alla pubblicazione originale di Paolo Tesauro Olivieri e, consegnato alla Congrega del Carmine ad Agosto 2021 Con esso ho voluto portare a conoscenza dei Confratelli e della cittadinanza altavillese le testimonianze storiche rilevate da Paolo Tesauro Olivieri fino alla sua esistenza in vita e quelle inedite rilevate dal sottoscritto. In particolare, riporto una descrizione precisa e documentata sia della nascita del Convento Chiesa del Carmine sia della grande opera presente in Chiesa, la Pala dell'altare maggiore e il quadro della Madonna.

Introduzione.

Il Volume conservato dalla Congrega del Carmine (riportato nella foto) riporta documenti reperiti e descritti da Paolo Tesauro Olivieri fino al 27/03/1987 e citati anche nel 1990 nella la pubblicazione dell'opuscolo "L'Ex Convento , la Cappella e la Congrega di Maria SS. Del Carmine di Altavilla Silentina". Paolo Tesauro Olivieri pubblico tre copie di questo lavoro, una per l'Archivio di Stato di Salerno, una per la Biblioteca Comunale di Altavilla Silentina e la terza per la Congrega del Carmine di Altavilla Silentina.

In questi tre anni, dopo l'intera digitalizzazione eseguita da Luigi Tierno, ho analizzato i contenuti descritti dal Maestro Paolo Tesauro Olivieri, e grazie alla sua corrispondenza epistolare con Frati Carmelitani di Roma, sono riuscito a completare e documentare alcune di quelle ricerche che il Maestro aveva evidenziato. In particolare ho analizzato gli eventi che portarono alla nascita del Convento e della Chiesa del Carmine di Altavilla nonché i contenuti della seicentesca e meravigliosa Pala sull'altare che include anche il quadro della Madonna.

Ringrazio P. Lucio Maria Zappatore, Ordine Carmelitano, e Padre Giovanni Grosso storico dell'ordine Carmelitano , entrambi della basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti, anche conosciuta come San Martino ai Monti a Roma e il compianto confratello carmelitano Primo Tenedini (Parrocchia Regina Mundi di Roma che grazie alla sua disponibilità riuscì a far tradurre, nel 2009, da un Cardinale della Fabbrica di San Pietro (Roma-Vaticano) le due tavole in latino presenti nella pala del 1609 che domina l'altare centrale della Chiesa.

Vedi anche:

La chiesa descritta da Galardi-Messone nel 1987

Il Convento del Carmine

Le statue

La Congrega

2009 - Il Polittico compie 400 anni

9 luglio 2011. Lo scapolare di Giovanni Paolo II ad Altavilla

Le foto dello scapolare

Il video dello scapolare

L'infiorata

La Madonna e gli emigrati in USA

I festeggiamenti:

Dal 1930 al 1999

Anno 2006

Anno 2008

Anno 2010

Anno 2015

La chiesa del Carmine, ad Altavilla, sorge in prossimità della Piazza Umberto I°. E' ad una sola navata e nasce come cappella del Convento Carmelitano fondato prima del 1600. Nella pubblicazione del 1756 "Degli uomini illustri del Regal Convento del Carmine Maggiore di Napoli" – Libro IV pag. 248 di Padre Mariano Ventimiglia Carmelitano" viene riportato quanto segue: « Teodoro Perillo Altilio, maestro e dottore in Sacra Teologia, teologo e predicatore insigne. Tra le molte altre cariche da lui lodevolmente sostenute fu quella di priore del suo convento del Carmine in Napoli, alla quale fu eletto nel 1578 dal Capitolo Generale, celebrato in questo anno dal nostro ordine nella città di Piacenza ed esercitò con sommo zelo e prudenza per lo spazio di un anno. Egli fu che fondò e dalle fondamenta eresse l'antico Convento Carmelitano, con sua chiesa in Altavilla. Terra sita nella Provincia di Principato Citra. Stiede questo monastero unito e soggetto all'antica Provincia di Napoli, fino all'anno 1652, nel qual tempo per l'insufficienza delle sue rendite soggiacque alla comune disgrazia della soppressione Innocenziana, a cui soggiacquero altri 33 conventi della stessa Provincia. Cessò di vivere il nostro Teodoro nello stesso Convento di Altavilla , mentre quello saldamente governava il dì 15 maggio 1580. ( Ex Archiv. Necrol. Carm. Neap. Bull. Carm. Capit. Gen.). " In una nota inviata da Padre Gabriele Monaco (Carmelitano archivista del Convento del Carmine Maggiore di Napoli), a Paolo Tesauro Olivieri il 25 ottobre 1969 e del 29 luglio 1970, si rileva inoltre : « Riflettendo all' anno 1580, dato come quello della fondazione del Convento di Altavilla, come riporta anche il P. Pier Tommaso Quagliarella Carm. nel suo opuscolo "Brevi cenni cronologici dell'inizio e sviluppo della Provincia Napoletana dei Carmelitani dell'Antica Osservanza 1379-1922, p. 28", io ritengo che, essendo morto nello stesso anno, a maggio, il P. Teodoro, che aveva costruito dalle fondamenta il Convento, l'anno 1580 si deve ritenere come quello della canonica erezione della Religiosa Comunità,' mentre la fabbrica del Convento con chiesa doveva essere stata iniziata molti anni prima». " Da queste considerazioni, Paolo Tesauro Olivieri, ritenne che la delucidazione di P. Gabriele Monaco, fosse molto importante e significativa, in quanto la chiesa di Maria SS. del Carmine e il convento annesso, probabilmente, preesistevano al 1580, ragion per cui la fabbrica potette essere iniziata anche tra la fine del secolo XV e i primi anni del XVI. Anche Alessandro ed Antonio Ferrara, nella pubblicazione "Cenni Storici su Altavilla Silentina"-1898, riportavano quanto segue:" …Quasi accosto al convento dell'Annunziata era quello dei Carmelitani, fondato dal Padre D. Eugenio Rubino verso il secolo XV. L'istrumento di fondazione fu involato o disperso in casa di D. Fernando Cantalupi dopo la morte di lui nel 1842…". Invece in una interessante descrizione della "Terra di Altavilla della Provincia del Principato Citra…" risalente alla metà del XVI secolo, quando il feudo di Altavilla fu comprato, nel 1564, dall'Illustre Signore D. Nicola o Niccolò Grimaldi, le Chiese e i Conventi altavillesi sono cosi' descritti "Dentro la Terra non vi sono monasteri de Monaci altramente, ma fuor d'essa ve ne sono quattro; l'uno detto di S. Francesco de Zeccolanti, quale vive d'elemosina; l'altro la Nuntiata de Crociferi, che ha un poco d'entrata che vi sta un Monaco solo; l'altro di Montevergine, quale similmente vive di entrata; e l'altro Santa Maria del Carmine dell'Ordine dei Carmelitani che ora si va edificando, e vive più d'elemosina che d'entrate…". Tale descrizione era stata fatta nel periodo 1578 – 1582, come riportato negli archivi storici "Regiae Camerae Archivio - Napoli" del 12 maggio 1737 e conferma quanto affermato da Padre Mariano Ventimiglia nel 1756. Ecco alcune pagine riprodotte dal libro "Degli Uomini Illustri del Regal Convento del Carmine Maggiore di Napoli" , scritto nel 1756 dal Maestro Mariano Ventimiglia, Carmelitano. Tra gli uomini illustri è presente il Maestro Teodoro Perillo che, nel 1578 ebbe l'incarico di fondare il Convento carmelitano ad Altavilla "…Egli fu , che fondò, e dalle fondamenta eresse l'antico Convento Carmelitano con sua Chiesa in Altavilla Terra sita nella Provincia del Principato Citra…" Queste immagini sono parte integranti del quadro consegnato il 13 giugno 2021, alla Congrega della Chiesa del Carmine (vedi la pagina Il Convento del Carmine ).

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All'origine, la chiesa aveva un solo altare con il solo quadro della Madonna, molto bello, di autore Anonimo e data di realizzazione sconosciuta, ma sicuramente di scuola napoletana. Padre Lucio Maria Zappatore, dell'Ordine Carmelitano e parroco di San Martino ai Monti a Roma, studioso e conoscitore della storia e delle vicende carmelitane, che ha visto il quadro nella sua venuta ad Altavilla del 9 luglio 2011, dopo essersi confrontato con altri frati carmelitani a Roma, mi ha comunicato che "…il quadro della Madonna dovrebbe essere una copia della Madonna della Tenerezza, arrivata in Italia come Vergine Bruna di Napoli (secondo la tradizione direttamente dalla Terra Santa). Credo che per il Giubileo del 1600 fu portata in tutti i conventi dell'Ordine in Italia, creando un entusiasmo straordinario, e ogni convento ne fece una copia con molta libertà di interpretazione...". Una di queste copie, considerando anche la data di nascita del Convento Carmelitano altavillese, potrebbe essere proprio il quadro della chiesa del Carmine di Altavilla. Secondo quanto descritto nel sito "Effige Madonna "La Bruna" di Napoli", https://www.storiacity.it/guide/415-effige-madonna-quot-la-bruna-quot-napoli, nella storia dell'Effige della Madonna "La Bruna", viene riportato che il papa Alessandro VI, indetto il giubileo all'inizio del XIV secolo, si ritrovò Roma invasa pacificamente dai Romei, giunti da Bisanzio perchè vessati dai Turchi, e dai napoletani che si presentarono in città in pellegrinaggio con appresso l'Effige della Vergine La Bruna; veduti i molti miracoli capitati in città, ad esempio si legge in un' antichissima poesia napoletana "li surdi c' a 'ntisero li canti delli muti e li cichi che videtteru li struppiati abballare avuanti alla Madonna do' Carmine", il pontefice, Sua Grazia, col dubbio che si levasse perciò la perdonanza di San Pietro e delli altri loghi di Roma", molto garbatamente invitò i signori napoletani a riprendere la via per la propria città. Il ritorno a Napoli consacrò il mito della Vergine detta La Bruna. Il popolo saputo i prodigi che l'Effige ebbe combinato a Roma, ma anche strada facendo in rotta su Napoli, corse ad accogliere festosa la propria Madre mancata per più di due settimane e che anzi al suo ritorno a Casa, ogni cosa cambiò. E' per questo motivo che l'icona della Vergine non venne rimessa nella sua primitiva sede, ma collocata sull'altare Maggiore in un'edicola di legno al posto del quadro dell'Assunzione della Vergine, che anticipatamente lo sormontava, per altro motivo per il quale la chiesa era così titolata. Nel 1524, riconoscendo il convento del Carmine Maggiore di Napoli, come il principale d'Italia, l'Ordine lo sottopose sotto il patronato del Priore generale dei Carmelitani anche allo scopo di far crescere la devozione popolare della miracolosissima Vergine detta La Bruna e da allora in tutta Europa numerosi erano i conventi che veneravano questa Effige; Enrico Silvio, segretario dell'Ordine, già agli inizi del XVII secolo n'ebbe contati cinquantatrè; per espresso ordine dei superiori si replicarono copie su copie… Nell'icona altavillese , come quella della Bruna, si colgono gli stessi elementi simbolici e i dettagli peri quali si riporta di seguito il significato, secondo i canoni pittorici dell'epoca:

1) Le aureole dorate ( oro = colore del sole ) e il fondo anch'esso dorato del quadro indicano la santità della Madre e del Bambino, sostenuti sempre dalla presenza di Dio.

2) Il colore azzurro-verde ( colore dell'acqua marina, simbolo della fertilità ) del manto di Maria proclama la sua Maternità divina.

3) Il colore rosso ( simbolo dell'amore ) della tunica sotto il manto e della quale una parte copre il bambino, indica il forte e tenero amore della Madre verso il suo Figlio Gesù.

4) La stella con coda pendula del manto di Maria è segno della sua verginità perpetua prima, durante e dopo il parto.

5) Il colore (pelle di pecora) della tunica del bambino ci indica: ecco qui l'Agnello di Dio.

6) Il volto del Bambino non esprime una sembianza fanciullesca, quasi ad indicare l'eternità del Verbo fatto carne.

7) La mano sinistra di Maria, che tiene sicuro in braccio il Figlio è segno di tenerezza. La mano destra, in risposta alla nostra supplica: "Mostraci Gesù, frutto benedetto…", ci indica: "Ecco il cammino, la verità e la vita".

8) I volti della Madre e del Bambino sono accostati in espressione di dolce intimità.

9) Gli occhi di Maria e di Gesù sono rivolti verso di noi, al di là dell'Icona, ed esprimono così la missione redentrice di Gesù e la partecipazione corredentrice di Maria. Questa descrizione è riportata dai carmeliltani di Napoli nel sito "Basilica Santuario del Carmine Maggiore" http://www.santuariocarminemaggiore.it/icona-madonna-bruna-2/

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Nella nostra Chiesa, il quadro della Madonna è inserito al centro dello splendido polittico che sovrasta l'altare maggiore al quale si accede attraverso due gradini delimitati da una balaustra in marmo policromo del 1874 che riporta nei due laterali lo stemma in bronzo del Comune di Altavilla. Il polittico, retto da una struttura lignea poggiata su due "spuntoni in pietra" che fuoriescono dalle mura antiche della chiesa, è stato realizzato nel 1609 e firmato da Vito Bucinem. E' composto da 6 dipinti, delimitati da due colonne e travi in legno il cui fondo azzurro è impreziosito da rilievi in legno dorato, che circondano lo splendido quadro della Madonna. Su una di queste tele, precisamente nella parte sinistra del polittico è riportata la dicitura: "P(?)VS De Vito Bucinem pinxit 1609" . La descrizione di seguito riportata, relativa ai santi raffigurati, è stata fatta e certificata, a febbraio 2021, da Padre Lucio Maria Zappatore, e Padre. Giovanni Grosso, storico dell'Ordine Carmelitano, parrocchia di San Martino ai Monti a Roma.

Il Quadro della Madonna, chiuso in una vetrata, è posto al centro del polittico tra le figure di santi carmelitani tra i quali spiccano Sant'Angelo di Sicilia (n°3 con la palma del martirio) e S. Alberto di Trapani (n°4 con il giglio). Sono i primi due Santi carmelitani raffigurati in tutte le chiese antiche con la stessa iconografia, il giglio e la palma.

Nella parte superiore del polittico sono raffigurati, quasi sicuramente, i profeti Elia (n°1 il fuoco) ed Eliseo (n° 2 il bastone) con abito carmelitano, ritenuti i fondatori dell'ordine carmelitano. Tra i due profeti è raffigurata l'adorazione dei Magi, uno dei dei temi cristologici/mariani molto comuni: i Magi adorano Gesù, presentato da Maria.

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Nella parte inferiore del dipinto sono presenti due riquadri, in quello sinistro è riportata la seguente dicitura: "ALTA SVPPLEX VILLA CORDE IAMEN ALTIOR IPSA ECCE DAT VIRGO MAGNVM PIETATIS OPVS IMPVLIT HOC, PIETAS, CHARITAS, RELIGIO, SUMMA VT TV IN CAELIS MONUMENTA DARES A. D." Nel riquadro destro invece è riportata la dicitura: "O DIVVM DIGNATA, CHORO TV VIRGO BEATA TV NOS DIVA OVE SUPPLICIBUS FAVE TV DVX PRAESIDIUM, DECVS TOTIVS ORBIS IACET VILLA STRATA, NISI TVA LEVETVR OIE 1609".

La traduzione, di seguito riportata, è stata fatta il 4 maggio 2009 da un Cardinale della Fabbrica di San Pietro (Roma-Vaticano).

"Altavilla supplice ma con il cuore ancora più in alto ti offre o Vergine un segno di grande devozione. Sollecitò ciò la pietà, la carità, la fede affinché Tu offra a noi una dimora perenne nei cieli A.D.". "Oh Tu Vergine beata, la più degna nello stuolo dei Beati, Tu oh santa proteggici, sii propizia ai supplici,Tu guida, Tu difesa, Tu onore del mondo intero. La città giace prostrata se non è risollevata dal tuo sostegno. 1609"

Appena sotto il quadro della Madonna, tra Sant'Angelo e Sant'Alberto, è posto il dipinto nel quale sono rappresentate le Anime purificate del Purgatorio che spiccano il volo verso il Paradiso. E' molto suggestiva la presenza di questi grandi scapolari del Carmine che coprono tutto il petto dei devoti. (e sono gli angeli a scendere a prendere i devoti e non Maria stessa, secondo un decreto del 1600 (purtroppo non ho la data esatta) che proibiva di far scendere direttamente Maria.

Nella parte inferiore del polittico, non visibili perché sovrastati dalla struttura lignea dell'altare, sono raffigurati 5 miracoli della Madonna del Carmine. I miracoli sono inseriti tra i due basamenti sui quali poggiano le colonne. Su entrambi i basamenti è stato disegnato uno stemma che contiene tre torri la prima delle quali, quella più a sinistra, è sormontata da una stella mentre quella centrale è sormontata da una croce. I cinque miracoli raffigurati sono degli ex-voto, ovvero rappresentano una una forma di fede alla Madonna per un miracolo o una grazia ricevuta. Sicuramente non sono riferiti a fatti locali in quanto non esiste alcuna documentazione per gli episodi dipinti e raffigurati, ma certamente sono riferiti a miracoli 'storici' della Madonna avvenuti in diverse località. Generalmente si ritrovano anche in altri santuari. I miracoli rappresentano:

1) L'Impiccato a cui si rompe la corda

2) Lo sventurato caduto nelle mani dei briganti

3) Lo scampato naufragio

4) Il salvataggio dall'incendio

5) Lo sventurato caduto nel pozzo

Domina il polittico un Cristo risorto ligneo, probabilmente di scuola napoletana del '700 che si erge tra due angeli disegnati in due riquadri posti in alto sui lati del polittico. E' veramente un'opera eccezionale, un'opera assolutamente da vedere, valorizzare e soprattutto da tutelare. La descrizione appena fatta non esprime il valore reale dell'opera, gli storici carmelitani prima citati , da me contattati a Roma e che ringrazio profondamente, sono rimasti entusiasti di questa rappresentazione e composizione artistica. Ha suscitato grande ammirazione il dipinto che raffigura la Madonna del Carmine che viene descritto come una esatta riproduzione dell'icona di S.Maria detta "La Bruna" ovvero la piu' antica immagine mariana adottata dai carmelitani. L'appellativo è dovuto al colore scuro con cui è raffigurata la carnagione della Madonna e l'originale di questa icona, coronata per decreto del Capitolo Vaticano l'11/7/1875, si conserva nella Basilica del Carmine Maggiore di Napoli.

305Con l'occasione foglio anche segnalare che dietro la pala dell'altare sono presenti, sulla parete, una nicchia vuota ed un rosone come si puo' anche vedere dalla foto allegata.

Nel 1969 in occasione del rifacimento del pavimento del presbiterio, dopo la prima picconata si apri una botola. Si scoprì che nel vano sotterraneo erano presenti tre tombe , molto probabilmente una di essa potrebbe essere quella del fondatore del Convento, Padre Teodoro Perillo. Al fine di evitare un intervento della Soprintenza , i confratelli "impauriti" decisero di mantenere il segreto su tale scoperta e fecero riempire il vano con i calcinacci dei lavori in esecuzione. Sarebbe interessante riaprire questo vano e fare i dovuti riscontri.

La Chiesa ha tanta storia e tanti documenti importanti che mi auguro non vengano dispersi come già successo in passato per alcuni casi e mi auguro che questo patrimonio venga al piu' presto valorizzato e portato alla conoscenza di tutti.

Agosto 2021 - Bruno Di Venuta